Le potenzialità del GIS nella ricostruzione delle strutture sociali e delle strategie economiche ed insediative degli accampamenti musteriani in Italia centro-meridionale

2018
Lo studio mediante sistemi GIS del comportamento neandertaliano in Italia centro-meridionale e una delle linee di ricerca dell’U.R. di Preistoria e Antropologia (DSFTA) dell’Universita di Siena. Protocolli analitici multidisciplinari integrati sono attualmente adottati sui contesti stratigrafici di Grotta Grande e Riparo il Molare (San Giovanni a Piro, SA; Ronchitelli et al. 2011, Boscato et al. 2002), Riparo l’Oscurusciuto (Ginosa, TA; Marciani et al. 2016, Spagnolo et al. 2016) e Grotta dei Santi (Monte Argentario, GR; Spagnolo 2017). Le caratteristiche di tali siti offrono la possibilita di osservare i fenomeni insediativi in una prospettiva multi-scalare: dall’alta risoluzione temporale alla lettura diacronica dei processi storici, dall’intra-site alla scalageografica territoriale. Le strategie insediative dei cacciatori-raccoglitori neandertaliani sono argomento di un intenso dibattito scientifico che vede attivi, su vari livelli, studiosi afferenti a diverse discipline. Questo, oltre ad evidenziare la vastita della problematica, mostra altresi la necessita di adottare metodi di studio sempre piu integrati. La dimensione contestuale e multi-scalare della Spatial Archaeology diviene pertanto un ambiente ideale in cui realizzare l’integrazione dei risultati della Ricerca preistorica. A scalaintra-site nel campione finora indagato e stato possibile cogliere diversi modi di gestione degli accampamenti. Questo, se da un lato potrebbe essere espressione di variabili genuinamente spaziali (es. superficie indagata rispetto all’accampamento), in taluni casi sembrerebbe piuttosto riflettere strategie insediative differenti (es. occupazioni brevi vs occupazioni protratte nel tempo). Il grado di “visibilita archeologica” delle aree di attivita e direttamente proporzionale alla risoluzione temporale dei contesti, per cui living floors e short palimpsests offrono letture molto piu chiare rispetto ai palinsesti lunghi. D’altro canto, la disponibilita di serie stratigrafiche articolate in diversi livelli di occupazione, spesso con un eccellente stato di conservazione, e un fattore-chiave per cogliere continuita e discontinuita dei modelli insediativi. Le fluttuazioni di tali cambiamenti, oltre ad esprimere forme di adattamento ai contesti ambientali locali, costituiscono una sorta di proxy delle strutture sociali e di uno dei silenziosi motori della Storia: il rapporto dialettico tra “memoria del gruppo” e “Longue duree”. A scalageografica territoriale, infine, le analisi spaziali, integrate con i parametripaleoambientali, i dati tecno-economici dei complessi litici e le composizioni tassonomiche degli insiemi faunistici, offrono un contributo alla definizione delle strategie di mobilita e alla ricostruzione dei “play ranges” dei gruppi di cacciatori-raccoglitori. GIS potentialities in reconstructing social structures and economic and settling strategies in Mousteriansites of Central-Southern Italy The study of Neandertal behaviour in Central-Southern Italy using GIS systems is one the research topics explored by the R.U. of Prehistoryand Anthropology (DSFTA) of the University of Siena. Multidisciplinary and integrated analytic protocols have been applied in a number of stratigraphic contexts of Central-Southern Italy: Grotta Grande and Riparo del Molare (MIS 5; San Giovanni a Piro, SA; Ronchitelli et al. 2011, Boscato et al. 2002), Riparo l’Oscurusciuto (MIS 3; Ginosa, TA; Marciani et al. 2016, Spagnolo et al. 2016) and Grotta dei Santi (MIS 3; Monte Argentario, GR; Spagnolo 2017). These sites are particularly suitable for being observed under a multi-scale perspective: from the high-resolution diachronic reading of historical processes to the intra-site investigation at a territorial scale. Settling strategies of Neandertal hunter-gatherersare the pivot around which a lively scientific debate has developed among scholars of different disciplines, highlighting the magnitude of the problem in terms of involved research fields. As a consequence increasingly integrated methodologies of study are needed. Thus, the contextual multi- scale dimensionof Spatial Archaeology is becoming the ideal “scenario” where the integration among single results of prehistoric research can occur. According to investigations carried out at an intra-site scale, the different organization of space in Neandertal camps of the examined sample is probably the expression of merely spatial variables (e.g. size of the investigated area), even if, sometimes, it seems to actually mirror real differences in settling strategies (e.g. brief vs. long occupations). As expected, the degree of “archaeological visibility” of the activity areas is directly proportional to how much the contexts under study lasted in time. Consequently, livingfloors and short-lived palimpsests can be obviously read more clearly than long-lasting palimpsests. Moreover, the availability of stratigraphic sequences with several occupational layers, often very well preserved, is a key-factor for detecting continuity and discontinuity of settlement patterns. Settlement fluctuations and changes, besides representing adaptations to local environmental contexts, work as proxies for social structures and for one of the “quiet motors” of history: dialectic relation between “group memory” and “ Longue duree ”. On a territorial geographical scale, spatial analyses, integrated by palaeo-environmental evidence and by techno- economic datafrom lithic assemblages and faunal associations contribute to the reconstruction of mobility strategies and of “ play ranges ” of hunter-gatherergroups.
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